Tipi di videogioco o generi
Classificare i videogiochi per generi o tipologie è un’operazione complessa poiché la definizione delle categorie cambia in base alle componenti, molto spesso disomogenee, che caratterizzano i videogiochi.
Ad esempio, nei videogiochi dove risalta la componente narrativa si possono assegnare categorie mutuate dai media narrativi come il cinema e la letteratura, per cui i videogiochi possono essere classificati come fantasy, horror, fantascienza, guerra, supereroi e così via.
Considerando invece la componente ludica dei videogiochi, ovvero il cosiddetto “gameplay”, le categorie possono essere assegnate in base alle meccaniche di gioco, per cui si avranno giochi di combattimento sparatutto o all’arma bianca, di esplorazione, di raccolta e accumulo di oggetti e materiali, di costruzione, di gestione del personaggio o dei personaggi e delle loro interazioni e così via.
Anche il mondo virtuale del videogioco e le prospettive di visualizzazione del mondo e dei personaggi possono essere utilizzate per categorizzare le tipologie di videogioco distinguendo tra universi bidimensionali e tridimensionali, mondi aperti liberamente esplorabili e chiusi, visualizzazione laterale e dall’alto, visualizzazione prospettica fissa e variabile, visualizzazione in prima e terza persona.
E ancora, le caratteristiche tipiche di alcuni videogiochi universalmente riconosciuti come i capostipite di un genere, ovvero alcuni videogiochi che hanno dato origine a numerose varianti, hanno generato delle tipologie di videogioco incentrate sulla formula o la struttura del videogioco originale, il cui titolo viene utilizzato per denominare la categoria (ad es. Roguelike o Metroidvania).
Altre categorizzazioni affondano le proprie radici nella storia dello sviluppo dei videogiochi come i cosiddetti “arcade” - che identificano i videogiochi sviluppati per i “Coin-Op” delle sale giochi - o i GDR (giochi di ruolo) che si ispirano alle prime trasposizioni dei giochi di ruolo carta e penna.
In sintesi, non esiste una classificazione dei videogiochi omnicomprensiva e sempre valida poiché le componenti caratterizzanti le tipologie di videogiochi esistenti vengono estrapolate e mischiate in dosi variabili nei nuovi videogiochi, per cui l’inclusione di un determinato videogioco in una determinata categoria non è autoesplicativa e può addirittura diventare fuorviante.
Infatti, le categorie utilizzate dalle piattaforme di distribuzione digitale per raggruppare i videogiochi spesso falliscono nell’individuare i tratti distintivi dei videogiochi, tant’è vero che lo stesso videogioco è spesso elencato in più categorie.
Sebbene l’inclusione di un nuovo videogioco in una tipologia univoca sia spesso una forzatura, il riferimento a diverse tipologie di videogioco affermatesi nel corso del tempo si rivela utile a descrivere le principali caratteristiche del prodotto videoludico.
In altre parole, le tipologie di videogioco codificate nel corso del tempo sono categorie convenzionali adatte a descrivere le principali caratteristiche dei prodotti videoludici, ma inappropriate per classificarli ovvero per elaborare un sistema di classificazione dei videogiochi omnicomprensivo e sempre valido.
Occorre, tuttavia, evidenziare che la sola descrizione di un videogioco non riesce a comunicare efficacemente l’esperienza offerta dai prodotti videoludici, per cui oltre ai “trailer” di presentazione del prodotto generalmente vengono pubblicati in anteprima anche video di gameplay e, successivamente al lancio, i potenziali acquirenti cercano online i video o le trasmissioni in streaming di intere sessioni di gioco.
L’esperienza offerta dai videgiochi essendo molto più immersiva rispetto ad altri medium risulta difficile da spiegare o descrivere a parole. Questa caratteristica, estremizzata dalle piattaforme di realtà virtuale e dai videogiochi VR (Virtual Reality), rende difficile oggettivare le sensazioni e le esperienze di gioco offerte dai prodotti videoludici.
In sostanza, ancora più di quanto accade per altri medium come il cinema o la musica, per farsi una cultura videoludica e per dare un senso alle varie tipologie convenzionali di videogioco è necessario vivere di persona le variegate esperienze offerte dai videogiochi, oltre che informarsi sull’argomento.
Le tipologie convenzionali di videogioco facilitano la comprensione delle molteplici esperienze di gioco offerte dai prodotti videoludici e possono essere arbitrariamente schematizzate in almeno tre gruppi.
Classificazione basata sulle caratteristiche dell’ambiente di gioco
La descrizione dell’ambiente di gioco è probabilmente la componente più efficace per categorizzare varie tipologie di videogiochi e schematizzare molteplici esperienze videoludiche. Per ambiente di gioco si intende l’ambiente virtuale con il quale il giocatore interagisce con o senza l’intermediazione di uno o più simulacri (l’avatar del giocatore). Lo stesso ambiente di gioco può essere declinato in numerose ambientazioni, dal fantasy alla fantascienza, da situazioni horror a scenari di guerra, dal cartoonesco al realismo e così via.
Il videogioco è infatti un luogo in senso lato, un posto che anche se non esiste fisicamente può esistere nella realtà, sia quando viene simulato un luogo reale del presente o del passato, sia quando viene configurato un luogo di presenza virtuale di giocatori reali, ovvero un luogo di incontro o più spesso di scontro.
L’ambiente di gioco racconta molto di un videogioco poiché influisce sulle possibili azioni del giocatore, ovvero determina gran parte delle meccaniche di gioco e il cosiddetto gameplay (il gioco come è effettivamente giocato, ovvero le dinamiche di gioco determinate dai giocatori, le quali variano in base alle preferenze e all’esperienza degli stessi).
Molte definizioni di tipologie di videogiochi, per le quali si rimanda a Wikipedia, descrivono direttamente o indirettamente l’ambiente di gioco dei videogiochi.
Ad esempio, “avventura testuale” descrive un ambiente di gioco povero, essendo questo costituito da solo testo, che si arrichisce della presenza di altri giocatori nei “multi user dungeon”. L’ambiente di gioco si trasforma in “avventura grafica” grazie allo sviluppo di elementi grafici bidimensionali in “pixel art” che successivamente si evolvono in immagini rasterizzate, eventualmente arricchite da effetti 3D o di fotorealismo. Generalmente l’avventura grafica è caratterizzata da una logica “point-and-click” (punta e clicca) per cui l’ambiente di gioco è costituito da una successione di quadri all’interno dei quali i personaggi si muovono con animazioni piuttosto elementari.
La tipologia “arcade” è una definizione che indica un luogo fisico vero e proprio - nello specifico la sala giochi - ma indirettamente anche l’ambiente di gioco tipico dei videogiochi installati sulle coin-op (coin operated entertainment machine, i videogiochi a gettone). I videogiochi arcade erano mirati all’intrattenimento degli utenti delle sale giochi, per cui l’ambiente di gioco era progettato per far consumare le monete con esperienze di gioco non troppo lunghe, per far competere gli utenti tra loro attraverso classifiche e punteggi, per creare dipendenza attraverso sfide e obiettivi. In questo ambiente di gioco contestuale sono stati implementati specifici ambienti di gioco bidimensionali, caratterizzati da una visuale dall’alto o più frequentemente laterale, come videogiochi a piattaforme, picchiaduro, sparatutto in particolare “shoot ’em up”, puzzle game, simulatori di guida, videogiochi sportivi. Successivamente questi tipi di videogiochi, grazie all’evoluzione tecnologica e alla crescita delle prestazioni grafiche delle console e dei computer, non solo si sono evoluti graficamente - passando anche al 3D - ma hanno contaminato o sono stati contaminati da altre tipologie di videogiochi.
A metà strada tra i videogiochi con grafica bidimensionale e quelli tridimensionali si collocano i videogiochi isometrici che utilizzano una prospettiva isometrica per rappresentare scene tridimensionali.
Nel contesto dei videogiochi tridimensionali si collocano la maggior parte dei cosiddetti open world, ovvero videogiochi ambientati in un territorio delimitato da una mappa, quasi completamente esplorabile, che può spaziare da una città a un insieme di stati, isole o pianeti. Tra gli open world ci sono anche i cosiddetti sandbox, ovvero videogiochi in cui il giocatore può modificare l’ambiente di gioco e non viene indirizzato verso luoghi o obiettivi specifici.
L’uso di mappe ben congegnate di porzioni di territorio o di interi universi virtuali si presta alla realizzazione di videogiochi in cui gli elementi architettonici o le località da esplorare o l’evoluzione dei mondi diventano fondamentali per le dinamiche di gioco, come negli FPS (First Person Shooter ovvero sparatutto in soggettiva) e negli FPS arena, nei MOBA (Multiplayer Online Battle Arena), nei Battle royale, nei videogiochi gestionali, nei God game, negli RTS (strategici in tempo reale) e nei MMORPG (Massive Multiplayer Online Role-Playing Game) che si caratterizzano per essere dei mondi virtuali persistenti che cambiano e si evolvono anche in assenza del giocatore.
Sono parte integrante dell’ambiente di gioco anche le caratteristiche multigiocatore o “single player” dei videogiochi. Questo aspetto merita un approfondimento poiché sebbene alcuni tipi di videogiochi siano intrinsecamente multigiocatore, come ad esempio i MMORPG, i MOBA, gli FPS arena e i Battle royal, altri tipi di videogiochi consentono esperienze sia in single player che in modalità multigiocatore.
Le modalità multigiocatore sono di vari tipi:
- due o più giocatori collegati allo stesso dispositivo in modalità schermo condiviso, o che impersonano avatar diversi nella stessa inquadratura, che possono giocare in modalità cooperativa (in squadra) oppure competitiva;
- due o più giocatori collegati a più dispositivi - eventualmente in “crossplay” quando i dispositivi sono di diversa tipologia - che possono giocare in modalità cooperativa oppure competitiva;
- decine di giocatori (anche fino a 150) eventualmente raggruppati in squadre che si affrontano tra loro.
In estrema sintesi, la modalità single-player o le diverse modalità multiplayer incidono sull’ambiente di gioco. Ad esempio, nel caso di scontri PvP (Player versus Player) o partite a squadre gestite da accoppiamenti automatici è importante il cosiddetto “matchmaking”, ovvero la capacità del sistema multiplayer del videogioco di scegliere in modo casuale giocatori di livello simile. Nei giochi single-player è invece fondamentale l’intelligenza artificiale dei cosiddetti NPC (Non-Player Character) ovvero i personaggi del gioco non controllati da altri giocatori. Ne consegue che lo stesso videogioco che implementa sia la modalità single-player che una o più modalità multiplayer offre in realtà due o più esperienze di gioco molto diverse tra loro.
Riassumendo, le suddette definizioni di tipi di videogiochi contengono informazioni significative sull’ambiente di gioco e, a causa della relazione esistente tra l’ambiente di gioco e le possibili azioni del giocatore, descrivono anche le principali meccaniche di gioco e il gameplay.
Classificazione basata sulle azioni del giocatore
Altre definizioni di tipologie di videogiochi, invece, evidenziano in modo diretto le meccaniche di gioco come i videogiochi di sopravvivenza, i videogiochi d’azione, i videogiochi stealth e hack and slash, gli strategici a turni e i CTB (Conditional Turn Based), le avventure dinamiche, i simulatori di volo e di guida, i simulatori di vita, i videogiochi di ruolo che si differenziano in Action RPG (Giochi di Ruolo d’azione) e videogiochi di ruolo giapponesi o J-RPG.
Classificazione basata su stilemi
Esistono infine alcune definizioni di tipologie di videogiochi che indicano delle formule specifiche, dove l’ambiente di gioco, il gameplay e le ambientazioni seguono regole consolidate che hanno dato origine a generi chiaramente identificabili, come Roguelike e roguelite, Metroidvania e Soulslike.