Dai dispositivi all'account digitale ovvero la registrazione utente
I dispositivi digitali sono sempre più connessi e orientati alla fruizione di servizi digitali in rete, e il software di questi dispositivi si è evoluto di conseguenza.
Si pensi, ad esempio, al servizo di posta elettronica al quale si può accedere connettendosi da più dispositivi anche di tipo diverso - come pc, smartphone, tablet - e con differenti “client” di posta elettronica ovvero con diversi tipi di software come app, browser web e applicativi professionali.
La proliferazione degli applicativi online ha determinato un’importante evoluzione del software dei dispositivi digitali, un’evoluzione che sta cambiando il modo in cui le persone interagiscono con questa categoria di beni di consumo durevoli, sia nella fase di acquisto che nella fase di utilizzo e dismissione.
L’evoluzione che ha pervaso il mondo digitale consiste nel cambiamento delle modalità di distribuzione dei software e dei relativi aggiornamenti, i quali non vengono più riversati su supporti rimovibili (tipo cd o dvd) per essere distribuiti in forma più o meno anonima ai consumatori, ma vengono dislocati in tempo reale presso miliardi di dispositivi attivi nel mondo attraverso Internet e le reti digitali.
Il software è la componente principale di qualsiasi dispositivo digitale e la sua trasformazione in servizio ha automaticamente trasformato la natura e le modalità d’uso e manutenzione dei dispositivi digitali.
Si tratta di un cambiamento importante con conseguenze rilevanti sulla vita e le abitudini delle persone, un cambiamento che presenta indubbi vantaggi ma anche alcuni rischi, spesso sottovalutati dagli utenti che non riescono a percepire o a comprendere le conseguenze anche legali di questo cambiamento.
Quando si acquista un dispositivo digitale la mentalità prevalente nei consumatori è infatti ancora quella tipica dell’acquisizione fisica del bene piuttosto che dell’attivazione di un servizio digitale.
In altre parole, la maggior parte delle persone una volta conclusa la transazione per l’acquisto di un dispositivo, come ad esempio uno smartphone, considera generalmente concluso il processo di acquisto e tende a considerare la procedura di attivazione del software dello smartphone come una fase accessoria o secondaria.
In realtà la fase di attivazione del dispositivo digitale, ovvero del software del dispositivo, comporta l’accettazione e quindi la stipula di un vero e proprio contratto di servizio con uno o più fornitori di software e contenuti digitali.
L’attivazione del servizo avviene attraverso la creazione di un “account” (che tradotto in italiano significa aprire un conto, diventare clienti) sui sistemi online dell’azienda fornitrice. L’account viene associato ai dati personali comunicati e alle credenziali di accesso custodite dall’utente - generalmente indirizzo email (verificato) e password - che consentono alla società fornitrice del servizio di distinguere in modo univoco gli utenti, i quali possono poi essere identificati in modo certo attraverso altri dati come, ad esempio, il numero di cellulare o della carta di credito.
Mentre il contratto di acquisto del dispositivo digitale si consuma con l’uscita dal negozio o la consegna del pacco da parte del corriere, salvo eventuali problemi di garanzia, il contratto di servizio generalmente stipulato durante le procedure di attivazione del dispositivo dura potenzialmente per tutta la vita del consumatore e comunque oltrepassa la durata fisica del dispositivo digitale.
Il contratto di servizio è tra l’azienda software e l’utente e non è strettamente legato a un particolare dispositivo. Infatti, in caso di sostituzione del dispositivo digitale durante la procedura di attivazione del nuovo dispositivo occorre inserire le credenziali di accesso - che ci si augura siano state opportunamente custodite - dell’account attivato in occasione del primo acquisto, piuttosto che stipulare un nuovo contratto di servizio con la creazione di un nuovo account.
Ad esempio, quando un consumatore decide di cambiare il suo smartphone con un modello più performante, durante la fase di attivazione del dispositivo dovrà utilizzare le stesse credenziali di accesso utilizzate nel precedente dispositivo se non vuole perdere i suoi dati - indirizzi di posta elettronica, rubrica, messaggi, etc. - già memorizzati nei database dell’azienda fornitrice e accumulati durante l’utilizzo del vecchio smartphone.
Altresì è possibile gestire diversi dispositivi digitali con un unico account, ovvero con un unico contratto di servizio software. Occorre invece attivare un nuovo account se l’acquisto del dispositivo digitale comporta un cambio del fornitore software. Se ad esempio si possiede sia uno smartphone Google Android che uno smartphone Apple, si diventa titolari di due contratti di servizio software ovvero di due account: uno presso Google e uno presso Apple, mentre se si possiede anche un PC con Windows 10 occorre attivare un account presso Microsoft, e cosi via.
Il contratto di servizio stipulato dalle società fornitrici di servizi e contenuti digitali, necessariamente accettato dal consumatore al primo acquisto di un dispositivo digitale, è quindi tutt’altro che accessorio o secondario rispetto all’acquisto del bene stesso, anzi assume un’importanza di gran lunga maggiore.
Infatti, l’accettazione da parte dell’utente del contratto di servizio comporta sia la cessione di propri dati personali, sia degli obblighi contrattuali, poiché si diventa a tutti gli effetti clienti di una società fornitrice di servizi. Tuttavia, l’apparente gratuità di gran parte dei servizi digitali genera spesso una sottovalutazione delle possibili conseguenze derivanti dall’accettazione dei termini e delle condizioni legali contenute nei suddetti contratti di servizio.
Innanzitutto, tra gli obblighi contrattuali si annoverano l’uso corretto del servizio e la custodia delle credenziali di accesso. Ad esempio, qualora l’utente invece di custodire adeguatamente le sue credenziali di accesso le cedesse involontariamente a un malintenzionato, potrebbe poi essere chiamato a rispondere delle illegalità commesse da terzi sfruttando le sue credenziali e i suoi dati personali ovvero l’identità dell’utente inconsapevole.
Altresì, la gratuità del servizio è generalmente controbilanciata dalla cessione di dati personali sensibili che consentono un certo grado di tracciabilità dell’uso che il cliente fa del servizio, sia a fini statistici per il miglioramento del servizio stesso sia a fini commerciali per la personalizzazione della pubblicità in funzione degli interessi del cliente.
Come accennato, generalmente il servizio viene associato in modo univoco a un indirizzo email verificato, il quale di per sé non identifica il cliente in modo certo a meno che non si tratti di un indirizzo di posta elettronica certificata, tuttavia le tecnologie di comunicazione digitale in tempo reale consentono di verificare la corrispondenza tra gli account e l’identità degli utenti attraverso lo scambio di codici autorizzativi (token) e l’associazione degli account a numeri di cellulari e carte di credito.
Considerato che l’accesso ai servizi digitali viene sempre più spesso effettuato attraverso un unico account al quale sono poi direttamente collegati gli account per accedere ad altri servizi, l’indirizzo email associato all’account principale sovente diventa il fulcro per accedere a tutti i servizi online, compresi servizi critici come home banking, carta di credito e bancoposta.
In altre parole, tanti più servizi digitali si utilizzano tanto più diventa potenzialmente dannosa la perdita dell’accesso al proprio indirizzo email principale o un eventuale furto delle proprie credenziali di accesso.
Questi rischi per la privacy e la sicurezza delle persone, tutto sommato facilmente gestibili se l’utente ne è consapevole, sono controbilanciati da diversi vantaggi ormai irrinunciabili sia per i clienti che per le aziende fornitrici.
Uno dei vantaggi principali di questo modello di distribuzione del software è la facilità d’uso dei dispositivi digitali.
Il software dei dispositivi digitali è controllato a monte, direttamente dalla società fornitrice del servizio, e non a valle dall’utente. Il software può, quindi, essere manutenuto con aggiornamenti delle funzionalità e della sicurezza senza l’intervento diretto dell’utente. Inoltre, attraverso la rilevazione statistica dei dati di utilizzo il software può essere migliorato sulla base delle reali esigenze dei clienti.
Gli utenti esperti di software, in particolare sviluppatori o utilizzatori avanzati, possono comunque disattivare, almeno parzialmente e a proprio rischio e pericolo, il controllo centralizzato del software e delle app installate.
L’utente normale, invece, non andrà mai a scandagliare le funzionalità più nascoste dei propri dispositivi digitali, tuttavia sarebbe opportuno acquisisca un minimo di consapevolezza poiché i dispositivi digitali, i software e i servizi online vengono ormai usati quotidianamente modificando le nostre abitudini e più in generale la nostra cultura.